Giuni Russo – Dal libro: Da un’ estate al mare al Carmelo 

Da un’estate al mare al Carmelo, con la collaborazione e un testo inedito di Maria Antonietta Sisini.

 

La sua, è stata una musica leggera di contaminazione, raffinata, elegante, di intenso impatto espressivo: poteva essere rapita da un genere frivolo, giocoso, e anzi lo fu per un certo periodo, però a contatto con le note più banali la sua ugola aveva una rivolta quasi naturale, e sempre sfuggiva dall’ovvio per deviare in acuti inaspettati o sfumature stravaganti; straripava per incompatibilità dalle vocalizzazioni consuete al mercato, in uno
sperimentalismo che fin dagli inizi aveva conquistato il più sperimentale dei musicisti italiani, Franco Battiato, che di Giuni è stato non solo conterraneo e amico ma divulgatore e autore, ispiratore e ispirato.
Giuni aveva un carattere impetuoso, era poco diplomatica, anzi diciamo che non sapeva essere ipocrita neppure quando l’ipocrisia sarebbe tornata a suo vantaggio. Si è scontrata con alcune persone, “importanti” o meno, eccessivamente suscettibili e su di lei e sulla sua vita privata si sono fatti molti pettegolezzi. Troppi, quando ciò che doveva e deve unicamente interessare agli estranei era ed è la sua arte o al massimo la sua figura pubblica di cantante.
Giuni è vissuta soltanto 53 anni, segnati fin dall’inizio dal dono ingombrante di una voce straordinaria, una delle più belle e potenti voci del Novecento. Quando le dicevano che aveva talento rispondeva che sì, aveva un talento; che l’aveva ricevuto per metterlo a frutto, come il buon amministratore della parabola evangelica.
Si considerava un’artista e voleva essere trattata come tale, seriamente.
 
“Ti porterò nella mia isola”
“Nei luoghi di quand’ero piccola”
 
canta nel 1994 in Niente senza di te, una delle canzoni comprese nell’album “Se fossi più simpatica sarei meno antipatica”
 
“Sogno sempre la mia isola”
“La casa di mio padre laggiù Ginestre ed oleandri nel cortile Il mare dalla finestra al cuore”
 
Nell’82, l’anno di Un’estate al mare mai nessuna canzone come questa, di ambientazione marittimo-vacanziera riuscì a mettere insieme profilo alto e profilo popolare mescolando ombrelloni a harmonizer che sdoppiano la voce “mentre mercenarie del sesso regalano fantastiche illusioni…”
 
Giuni e la Sardegna

A un certo punto, nel mese di agosto, Antonietta dovette abbandonare la tournée. La signora Sisini si era ammalata, era grave, ricoverata all’ospedale di Sassari e la figlia voleva starle vicino. Giuni, che amava la madre dell’amica come se fosse la sua, scoprì che c’era un aereo postale che partiva da Roma alle due di notte diretto all’aeroporto di Alghero. Ogni sera, finito lo spettacolo, si faceva portare a Roma. prendeva il postale e volava in Sardegna. Passava la mattina accanto al letto dell’ammalata e nel pomeriggio ritornava in Continente a cantare.
Lo fece e per tutto il mese di agosto. Durante uno di quei voli notturni, le si presentò alla mente un motivetto giocato sul nome di Alghero.
Ora la madre d’elezione stava morendo, e a lei veniva in mente un motivo allegro, malizioso, da figlia disobbediente: “Mia madre non lo deve sapere che voglio andare ad Alghero in compagnia di uno straniero”
I meccanismi dell’animo umano sono strani, misteriosi, commenterà più tardi raccontando quell’episodio.
Accennò il motivo ad Antonietta che disse”Mi sembra buono.” Mettiamolo da parte”. “Magari lavorandoci sopra ne potrà venire fuori qualcosa.”
La signora Sisini morì alla fine di agosto.
«Voglio andare ad Alghero in compagnia di uno straniero». Nel 1986 tutti cantavano il ritornello della canzone “Alghero” che faceva registrare un altro grande successo estivo di Giuni Russo. Una di quelle canzoni che diventano la colonna sonora di un’intera estate e che poi restano come brani che hanno segnato una stagione della musica pop. Uno di quelle canzoni “leggere” che Giuni Russo sapeva rendere con voce straordinaria e grande personalità di interprete.
 
Il ritorno a Palermo 
Nella primavera del 1999 Giuni, che aveva sempre goduto di una salute di ferro e aveva condotto una vita regolare e attenta dal punto di vista della salute, ebbe le prime avvisaglie di qualcosa che non andava. Niente di allarmante, ancora. Però era necessario ripetere alcuni esami. Nell’attesa dei risultati, come per una sorta di presentimento, le venne all’improvviso dopo molti anni di assenza la voglia di tornare a Palermo. E quando fu a Palermo, la voglia di andare ad Ustica, l’isola della sua infanzia. Scelse un albergo costruito a picco sopra la Grotta Azzurra e volle che Antonietta la accompagnasse a nuotare in quell’acqua dove suo padre e gli altri pescatori uscivano a pescare. Mostrò all’amica una specie di piccolo santuario, una nicchia nella roccia in fondo alla grotta, con una statuetta della Madonna alla quale i pescatori si avvicinavano con devozione prima di uscire al largo per riceverne benedizione e protezione.
Nel corso dell’ estate scoprì di avere un tumore.
 
Giuni e la spiritualità
Con molta naturalezza per lei (e qualche sconcerto di chi affibbiato etichette facili), quella voce assurge a lambire l’infinito dentro di sé. La scoperta e la frequentazione del Carmelo, la lettura di Giovanni della Croce e di Teresa d’Avila certo possono averla spinta a imbracciare quel precipizio. Ma è stata la sua energia lungimirante, la sua sete di assoluto che ha scelto di cantare i misteri di un’anima. Non come predica né come esibizione di vanità. Quasi con modestia timida,
in certi concerti dove le canzoni più intime hanno cominciato ad affacciarsi tra le hit cantate in coro dal pubblico.
 
GIUNI morì nella notte tra il 13 e il 14 settembre 2004, nella sua casa di Milano, accompagnata fino all’ultimo respiro da Antonietta.
 
Il 15 ci fu il funerale, nella chiesa delle Carmelitane, Franco Battiato, si trovava all’estero e non era potuto arrivare in tempo a Milano. Aveva mandato una corona di fiori, e le aveva dedicato il concerto di quel giorno.
La bara di Giuni non era sul cavalletto, ma poggiata per terra come è d’uso per gli appartenenti a un ordine religioso. Nella sua commemorazione la superiora, madre Emanuela, che stava con le consorelle e con Antonietta invisibile dietro la grata, spiegò il perché: le carmelitane riconoscevano come una di loro la cantante che aveva allietato il mondo col carmen.
Quando sotto le volte della chiesa risuonò la voce di Giuni che cantava La sua figura – “Come un bambino stanco ora voglio riposare, e lascio la mia vita a te”- ci fu un momento di grande commozione.
Poi Giuni partì, per l’ultima volta, per essere sepolta accanto alle consorelle che avevano già raggiunto l’Assoluto tanto a lungo cercato.
Qualche tempo dopo il giornalista ed amico Gianfranco Capitta ricapitoló il senso della vita artistica, e non solo, di Giuni con questa parole:
“Ascoltando oggi la sua voce da vertigine, il suo repertorio così complesso, si ha la sensazione di una vita che cresce, di uno sguardo che si allarga al mondo fino a comprenderlo,
o forse a non poterlo più comprendere e contenere”.
 
Conclusioni (personali) 
Riflessioni e similitudini
Giuni Russo e le sue radici con il mare forse come una benedizione, diedero alla sua vita artistica qualcosa di quasi trascendentale. 
 
Giuni Russo e Palermo, Andrea Parodi madre sarda, padre ligure, Fabrizio De Andrè ligure e un forte legame con la Sardegna.
Tre Artisti legati al mare, come il mare passa nelle vene di un’ isola. Quando si cammina sulla sabbia ognuno di noi lascia le impronte dei propri piedi, loro hanno lasciato le impronte della loro musica. 
Tre Artisti che identificarono nel canto la loro più profonda istanza spirituale, tre Artisti con voci calde, suggestive, potenti, riconoscibili.
 
Ci hanno lasciato un’ eredità immensa, straordinaria, unica. Ci hanno trasmesso come la musica sia uno dei più grandi strumenti di comunicazione, dedizione e bellezza da trasferire alla gente tra gioie e dolori, senza compromessi, tra la vita e un viaggio vissuto con dignità verso la morte che dalla morte riprende a vivere attraversando il mare e le loro voci.
(Federica Salis)
 

Libro di Bianca Pitzorno con la collaborazione di Maria Antonietta Sisini.
CD Audio: Giuni Russo
Brani: 
1. Morirò d’amore

2. La sua voce (Come sei bella)

3. Moro perchè non moro

4. La sua figura

5. La sposa

6. Pekino (Live)

DVD docufilm: Franco Battiato

Giuni Russo/La sua figura